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Trapianto di capelli

16 Ott, 2020 | Divulgazione

“Se hai una testa da 10 dollari, usa un casco da 10 dollari”, in originale “If you’ve got a $10 head, wear a $10 helmet!”: è lo slogan usato 50 anni fa da uno dei più grandi produttori di caschi del mondo. Lo stesso slogan potrebbe essere utilizzato oggi anche per i trapianti di capelli: “Se hai una testa da poco, fatti una capigliatura da poco”.

Certo, è una provocazione: lì si parla di sicurezza, dove un casco di qualità può fare la differenza tra la vita e la morte; qui di trapianto di capelli, di estetica, dove il rischio è minore. Ma proprio perché si parla di medicina di elezione, cioè di interventi non indispensabili, perché rischiare di avere un risultato mediocre (e sono generoso con questo termine) per risparmiare? Non è meglio rimandare l’intervento, mettere da parte quanto serve, e poi puntare al meglio?

Parlando chiaramente: i trapianti che offrono molte cliniche in Turchia (meno di 3000 euro, volo e soggiorno incluso) sono in massima parte trattamenti low cost, fatti in serie, che non possono garantire l’eccellenza che si trova nei migliori studi medici italiani.
Leggo su la Repubblica: “Solamente ad Istanbul, esistono più di 350 cliniche dedicate a questo procedimento, per cui il livello di concorrenza sul mercato è molto elevato, e questo fa sì che i prezzi siano più bassi”. Concorrenza spietata e prezzi stracciati, ma la qualità?

La professionalità senza compromessi che può offrire uno studio di chirurgia e medicina estetica inizia molto prima di arrivare all’intervento chirurgico, e spesso si vede proprio perché riesce a evitare un intervento. Quando si parla di perdita di capelli, un fenomeno che interessa il 50% degli uomini con un’età media di 50 anni, esistono strumenti molto efficaci per contrastarla e recuperare capigliature che furono e non sono più. Nel 70 – 80 per cento dei casi che visitiamo nel nostro studio, troviamo la soluzione intervenendo sull’alimentazione, sulla cura del cuoio capelluto, con farmaci e integratori mirati, senza arrivare al trapianto.

I capelli crescono a una velocità incredibile. In media abbiamo 200mila follicoli in testa (chi più chi meno), e ogni capello cresce di circa mezzo millimetro al giorno. Vuol dire che produciamo qualcosa come 100 metri di capelli al giorno. Uno sforzo che richiede tanti ingredienti: nutrienti, come rame, magnesio, vitamine, un efficace apporto di sangue, un ottimale equilibrio ormonale… Se qualcosa di questi ingredienti manca, i capelli soffrono, non crescono, cadono.

Per prima cosa, dunque, cerchiamo di capire se il terreno in cui crescono i capelli, cioè il nostro cuoio capelluto, è sano. Se non lo è, lo curiamo. L’esame genetico, siamo tra i pochi in Italia che possiamo farlo direttamente nel nostro studio, è il modo migliore per identificare scientificamente una cura su misura per le esigenze di ciascun paziente. Così, nella maggior parte dei casi riusciamo a riattivare la crescita dei capelli, facendo anche “risvegliare” follicoli che da anni erano inattivi. La maggior parte degli uomini, e praticamente tutte le donne, risolvono così i problemi tricologici, senza chirurgia.

Nel caso in cui non ci sia alternativa, il trapianto è la soluzione definitiva. Attualmente lo strumento più efficace per il trapianto di capelli si chiama Artas, un robot che aiuta il medico nell’operazione di selezione, espianto e reimpianto dei singoli follicoli sulla cute dei pazienti. In Italia siamo solo in quattro studi ad averlo, e ne siamo orgogliosi.
I vantaggi sono impareggiabili: serve meno di un quarto di anestetico per il paziente rispetto a un intervento tradizionale; permette di identificare i follicoli migliori e trapiantarli salvaguardandoli, così da ridurre gli sprechi; ed essendo un robot non si stanca durante l’operazione (in genere molto lunga) come può fare un chirurgo che dopo ore e ore di concentrazione potrebbe affaticarsi. Inoltre, l’operazione con Artas non lascia praticamente cicatrici, e permette di riprendere molto velocemente la vita normale.

Come chirurghi plastici e esperti tricologi abbiamo la possibilità di valutare contemporaneamente il lato estetico e quello medico di un trapianto, garantendo un risultato che sia ottimale per la riuscita clinica, ma anche congruo per l’aspetto del paziente. Perché la bellezza è equilibrio: un settantenne con una testa folta può essere un bell’uomo, ma se esibisce la chioma di un ventenne rischia di scivolare nel grottesco.

Anche per questo sconsigliamo le operazioni low cost: i trapianti standard, fatti in serie, spesso appaiono artificiali, perché i capelli vengono espiantanti e trapiantati con il solo scopo di reinfoltire le zone rade, senza considerare l’orientamento dei follicoli, la distribuzione e il disegno complessivo della testa del paziente. In più, con una percentuale alta di follicoli espiantati che muoiono durante l’operazione, e dunque sono persi e inutilizzabili. Il costo è basso, ma il risultato è commisurato, e, cosa peggiore, non è più recuperabile un eventuale insuccesso. Nessuno, secondo noi, ha una testa che vale così poco…