Le stime sono impressionanti: tra i sette e gli otto milioni di italiani soffrono di emicrania, vuole dire che circa il 15 per cento degli italiani, in prevalenza donne tra i 20 e i 50 anni, ha la sua vita mutilata a causa di mal di testa che possono anche durare più giorni. Dal 2020 una legge italiana ha riconosciuto la cefalea cronica come una malattia sociale, invalidante.
Se farmaci e buio non bastano
Chi ne soffre, in genere, sa riconoscere il momento in cui sta per arrivare l’attacco. Conosce anche i “trucchi” per alleviare il dolore (una farmacia casalinga ben fornita, e una stanza silenziosa e poco luminosa) o ridurre gli episodi: stare attenti a quello che si mangia e si beve, evitare stress e cambiamenti climatici repentini, dormire bene e regolarmente, non fumare… Ma anche gli sforzi per condurre una vita al limite dell’ascetismo possono non essere sufficienti.
Per i casi più gravi, quelli cronici in cui i trattamenti farmacologici non danno risultati apprezzabili, nel mio studio propongo da ormai dieci anni un approccio alternativo di cura, che utilizza la tossina botulinica e la chirurgia mini invasiva.
Cosa provoca l’emicrania
Le dinamiche alla base della cefalea cronica sono ancora in parte sconosciute: le cause scatenanti possono essere psicologiche (stress), ormonali (per esempio legate al ciclo), fisiche (traumi o cambiamenti). Gli studi più recenti, però, hanno evidenziato una correlazione tra gli attacchi di emicrania e l’irritazione dei nervi che attraversano i muscoli del cranio.
Nello specifico, le diramazioni del nervo trigemino che arrivano all’arcata sopraccigliare vengono irritate dal continuo movimento dei muscoli corrugatori. Quando stiamo con le sopracciglia aggrottate (tipica espressione legata ai momenti di alto stress emotivo, alle arrabbiature, o semplicemente al sole eccessivo), i muscoli premono sul trigemino, questo passa il segnale di irritazione al cervello, il quale reagisce coinvolgendo le meningi (le membrane che rivestono i cervello), che a loro volta si irritano, rimbalzando il segnale sui nervi. Si crea in pratica un circolo vizioso che innesca l’attacco emicranico, e scatena il dolore tipico della zona intorno all’occhio. Per chi soffre di emicranie in altre zone, per esempio temporale o occipitale, cambiano i muscoli e le terminazioni nervose coinvolte, ma il perverso meccanismo di attivazione è lo stesso.
Come disinnescare il mal di testa
Il protocollo di intervento che propongo nel mio studio, tra i pochi in Italia, prevede di allentare la pressione del muscolo corrugatore sul trigemino utilizzando la tossina botulinica, e, in casi estremi, la chirurgia.
Il botulino, iniettato localmente, “addormenta” il muscolo, perché contrasta il rilascio l’acetilcolina, la sostanza chimica che trasmette gli impulsi nervosi ai muscoli, regolandone la contrazione e, quindi, il movimento. In sostanza, la tossina botulinica blocca la trasmissione degli stimoli del sistema nervoso che dicono ai muscoli di contrarsi, di conseguenza i muscoli si rilassano. Riducendo l’attività del muscolo corrugatore, si riduce di conseguenza la pressione sul trigemino, e si blocca sul sorgere l’innesco dell’attacco di emicrania. La maggior parte dei pazienti ha un beneficio immediato, con la scomparsa o la drastica riduzione degli attacchi di mal di testa. Ogni tre o quattro mesi, va rinnovata l’iniezione.
La chirurgia soluzione definitiva
Se non fosse soddisfacente il risultato raggiunto, c’è la possibilità di intervenire chirurgicamente per interrompere definitivamente il muscolo dell’arcata sopraccigliare. Si tratta di un’operazione mini invasiva, fatta in endoscopia e anestesia locale che non lascia alcuna cicatrice visibile.
Il paziente perde la capacità di corrugare il sopracciglio (ma non di alzarlo), quindi è un intervento che deve essere preso in considerazione solo quando il mal di testa è invalidante e le terapie farmacologiche e il botulino non sono sufficienti a garantire una vita accettabile. Ma in questi casi estremi, è una soluzione che dà sollievo generalmente immediato, una liberazione dalla tortura costante di vivere tra un mal di testa e il successivo.